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Previsioni Moody’s sull’economia asiatica

Moody’s Investors Service ha espresso un outlook negativo per il merito di credito sovrano nell’area Asia-Pacifico per quest’anno. Alla base di tale valutazione il del rallentamento della crescita economica cinese, la scarsità di finanziamenti e i rischi geopolitici.

La ripresa della Cina dalla pandemia di Covid-19 non è infatti stata così rapida come molti economisti avevano previsto all’inizio del 2023. Il PIL del Paese negli ultimi tre mesi del 2023 è aumentato del 5,2%, secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica, mancando le stime del 5,3% di un sondaggio Reuters.

In un dossier del 15 gennaio, Moody’s ha previsto che la crescita reale del PIL cinese rallenterà al 4% quest’anno e il prossimo, rispetto a una media del 6% tra il 2014 e il 2023. L’agenzia di rating ha affermato che il rallentamento della crescita cinese “influenza in modo significativo” le economie dell’APAC a causa della sua forte integrazione nelle catene di approvvigionamento globali. Goldman Sachs e Morgan Stanley, tra le altre principali banche d’investimento internazionali, prevedono che l’economia cinese crescerà a un ritmo più lento del 4,6% nel 2024, rispetto al 5,2% previsto per il 2023.

Oltre alla “situazione poco brillante in Cina”, anche le condizioni di finanziamento ristrette peseranno sui paesi sovrani dell’Asia-Pacifico, ha dichiarato Christian De Guzman, vicepresidente senior di Moody’s Investors Service.

A dicembre la Federal Reserve ha deciso di mantenere i tassi di interesse ai massimi da 22 anni, ma prevede tre tagli nel 2024 a causa dell’allentamento dell’inflazione.

Secondo il rapporto di Moody’s, i tassi di interesse elevati impediranno un aumento sostanziale dell’accessibilità al debito, anche se si prevede che i tassi diminuiranno gradualmente. Di conseguenza, il finanziamento internazionale rimarrà difficile per gli Stati con rating più basso.

Passando poi ai rischi geopolitici, Guzman ha anche affermato che le tensioni strategiche tra Cina e Stati Uniti persisteranno. La Cina è uno dei principali partner commerciali della maggior parte dei Paesi asiatici, mentre gli Stati Uniti restano un importante partner economico. Secondo un rapporto del World Economic Forum del 2018, con l’allargarsi della frattura tra Cina e Stati Uniti potrebbe essere sempre più difficile mantenere questo equilibrio. Questo potrebbe anche significare opportunità per i Paesi con grandi basi manifatturiere e infrastrutture in via di miglioramento come India, Malesia, Thailandia e Vietnam, in quanto le aziende diversificano le catene di approvvigionamento dalla Cina per mitigare i rischi geopolitici, scrive il rapporto di Moody’s.

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