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Perché conviene investire in società grandi?

Dall’inizio dell’anno, le 25 maggiori capitalizzazioni di mercato del mondo hanno visto i loro prezzi azionari balzare in media del 35%, più del doppio del rialzo dell’indice S&P 500 e il triplo di quello del Cac 40.

Il forte interesse per questi colossi è dovuto a tre motivi.

In primo luogo, la prospettiva che la Federal Reserve ponga presto fine alla sua politica di rialzo dei tassi di interesse, che penalizza i titoli in crescita, ha innescato un violento rimbalzo dei Gafam. Alphabet (Google), Apple, Meta (Facebook), Amazon.com e Microsoft sono saliti dal 40% al 137% in meno di sei mesi.

Infine, solo quattro dei 25 titoli sono rimasti in rosso in questo semestre: la società farmaceutica Johnson & Johnson, la società petrolifera ExxonMobil, il produttore di prodotti per l’igiene e la pulizia Procter & Gamble e, soprattutto, il fornitore di assicurazioni sanitarie UnitedHealth, penalizzato da costi medici superiori al previsto.

Da notare che Chevron, Home Depot, Nestlé e Kweichow Moutai, il campione cinese degli alcolici (con il suo famoso baiju Maotai), non fanno più parte di questo prestigioso elenco. Sono stati sostituiti da Samsung Electronics, Novo Nordisk, Broadcom e Oracle. Tra questi colossi, Investir consiglia di acquistare soprattutto Apple, Microsoft e Berkshire Hathaway (la holding di Warren Buffett), presenti nella Investir 10 International, oltre ad Amazon.com, Nvidia e Tesla.

Nessuno sa ancora chi saranno i vincitori di questa nuova rivoluzione tecnologica. Quel che è certo, però, è che è iniziata una corsa alle apparecchiature. In una corsa all’oro, sono i venditori di pale i primi a raccogliere i frutti. Il campione delle schede grafiche Nvidia, con i suoi processori ultra potenti, è partito in pole position ed è passata dall’11° al 6° posto tra le maggiori capitalizzazioni, grazie a una triplicazione del prezzo delle azioni da gennaio, e la sua ascesa non sembra essere finita.

Da parte sua, il produttore di chip Broadcom è entrato nel santuario dei santi con un’impennata del 51% del prezzo delle sue azioni. Questo la pone davanti al chipmaker taiwanese TSMC, che è salito “solo” del 30% dall’inizio dell’anno. Il titolo è frenato dal rischio geopolitico che grava su Taipei. Infine, i leader che riescono ad aumentare il divario con i loro concorrenti vengono naturalmente premiati. È il caso di LV M H nel settore tessile (+23%), ma anche di Eli Lilly nel settore sanitario (+25%). Il laboratorio americano è stato sostenuto dai suoi successi nella lotta contro il diabete, l’obesità e il morbo di Alzheimer.

 

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