E’ stato lanciato un avvertimento dalle banche americane e rivolto alla FED: possibile taglio degli interessi che la banca centrale è costretta a pagare (allo stato) per le riserve bancarie.
Se l’ipotesi dei tagli fosse reale le banche dovrebbero pagare delle commissioni per i depositi alle società e ai correntisti, i quali sommersi dai tassi d’interesse prossimi allo zero, certamente non stanno passando un bel momento.
Oggi giorno i correntisti americani, data la grave situazione della politica monetaria imposta da chi di dovere, ricevono pochi interessi sui propri risparmi che sono depositati presso gli istituti di credito, ma adesso rischiano pure di dover pagare delle forti commissioni per poter mantenere i propri risparmi in banca.
Secondo il Financial Times il rischio è attuale e ben presente: l’ipotesi delle banche è di pareggiare un eventuale tapering di 85 miliardi di dollari al mese spesi per l’acquisto di assets che hanno alimentato i mercati finanziari globali negli ultimi anni.
Secondo sue dei 5 dirigenti delle principali banche degli Stati Uniti un ulteriore taglio dello 0.25% dei tassi d’interesse che proprio la FED versa sui 2.400 miliardi di riserve che gli istituti di credito detengono presso di essa posso portare ad un trasferimento dell’onere di chi deposita.
Secondo alcune banche la volontà di rendere negativi i tassi condurrebbe a ridurre i margini delle banche ma anche nella ricerca da parte degli istituti di assets più rischiosi per ottenere interessi maggiori.
Crisi finita, è il momento di rischiare in USA?
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