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Lusso, utile record per Hermes

Tra i brand del lusso, difficile fare meglio di Hermes, gruppo che ha chiuso il 2016 festeggiando l’archiviazione di un altro bilancio all’insegna dei record. Cominciamo dalla parte alta di conto economico, con i i ricavi 2016 che risultano essere cresciuti del 7,5 per cento, superando così per la prima volta quota 5 miliardi di euro (5,2 miliardi di euro), e con un aumento dell’8 per cento nei negozi di proprietà e una progressione in tutte le aree geografiche in cui il gruppo è presente con i suoi marchi.

Scendendo le righe di conto economico, troviamo che il risultato operativo è salito in doppia cifra del 10 per cento a 1,7 miliardi di euro, pari al 32,6 per cento del fatturato (+ 0,8 per cento) mentre l’utile netto, in crescita del 13 per cento anno su anno, ha superato, anch’esso per la prima volta, quota 1 miliardo di euro (1,1 miliardi di euro), pari addirittura al 21,2 per cento delle vendite.

A stupire è anche il fronte patrimoniale. Il gruppo non ha praticamente debiti ed è superliquida. La capacità di autofinanziamento misurata con il cash flow lo scorso anno è stata pari a scorso di 1,4 miliardi di euro, in rialzo del 18 per cento rispetto all’anno precedente. Finanziati gli impieghi operativi (262 milioni di euro) e distribuito il dividendo agli azionisti (350 milioni di euro), il resto è andato a incrementare la tesoreria netta, passata da 1,6 miliardi di euro a 2,3 miliardi di euro.

Per quanto concerne i singoli settori di attività, benissimo la pelletteria, con vendite in crescita del 14 per cento a 2,6 miliardi di euro. Spostandoci invece all’analisi per singole aree geografiche, i ricavi sono aumentati del 5,2 per cento sul mercato interno e del 9,2 per cento nel resto dell’Europa, tra cui spicca una forte crescita in Italia e in Gran Bretagna. Crescita molto buona anche in Giappone (+8,6 per cento), in Asia (+7,1 per cento) e in America (+7,2 per cento).

Per quanto attiene i futuro, Hermes non fornisce cifre (come al solito) ma ha ribadito a medio termine un obiettivo di progressione del fatturato a tassi costanti ambizioso, in linea con quanto già fatto negli ultimi dieci anni, che hanno registrato un aumento medio annuo del 13,1 per cento (e del 15,2 per cento dell’utile netto).

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