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Irlanda, primo paese UE ad uscire dal programmo di salvatggio

irlandaL’Irlanda è il primo membro dell’Unione Europea ad uscire programma di salvataggio. Dopo tre anni, 85 miliardi di euro di aiuti e una delle recessioni più profonde d’Europa, il paese è tornato a crescere, la disoccupazione è in calo e il FMI ha elogiato il suo programma di interventi, definendolo un modello per gli altri paesi in crisi della zona euro.

Sette bilanci consecutivi di austerità non hanno risolto tutti i problemi dell’Irlanda, ma il senso di dipendenza dalla troika, formata da Unione europea, Fondo monetario internazionale e Banca centrale europea, è stato finalmente cancellato e il paese, in una certa misura, ha riacquistato la propria sovranità economica.
L’Irlanda deve evidentemente molto ai finanziamenti comunitari.

Gli irlandesi hanno sopportato dure nuove imposte, riduzioni dei salari, tagli di posti di lavoro, perdite strazianti e lo hanno fatto senza dissenso palese o disordine per le strade. Il primo ministro Enda Kenny è stato elogiato dal cancelliere tedesco Angela Merkel per l’attuazione di tagli brutali della spesa pubblica. La moneta è ancora intatta, nonostante la forte paura che il paese potesse trovarsi nella condizione di affrontare una catastrofica implosione, ed anche i numeri economici stanno cominciando a girare in favore del paese.

Resta il fatto che, sia in termini statistici che umani, l’Irlanda ha dovuto affrontare una vera e propria depressione negli ultimi sei anni. Tra il 2008 e la fine del 2010, la produzione economica del paese – in altre parole, l’importo del reddito generato dalla sua economia – si è ridotta di un decimo ed i prezzi delle case si sono dimezzati dal 2007, riducendo il mercato immobiliare ad un segmento, di fatto, sostanzialmente inesistente.

Il paese ha dovuto affrontare un imponente fenomeno, quello dell’esodo di giovani, con più di 200.000 dei suoi 4,8 milioni di abitanti costretti ad abbandonare il paese a partire dal 2008. Quelli che sono rimasti hanno subito tagli salariali di proporzioni quasi senza precedenti – i lavoratori del settore pubblico hanno visto tagliarsi i propri stipendi di un quinto. Numeri davvero sconvolgenti che restituiscono lo scenario drammatico della crisi del debito che ha sconvolto la zona euro dal 2008.

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