Nelle sue minute la Federal Reserve l’ha scritto fin troppo chiaramente: i timori per un eccessivo rafforzamento del dollaro sarebbero più che evidenti, così come sarebbero chiari i riflessi che un super-dollaro potrebbe avere su un’economia interna che, dopo anni di sacrifici, sta finalmente vedendo la luce con maggiore insistenza.
Nei verbali dell’ultima riunione del Fomc, il comitato monetario della Banca Centrale statunitense, si legge inoltre come la crescita deludente di Europa, Giappone e Cina potrebbe inficiare le esportazioni americane.
Cresce dunque l’attesa verso la prossima riunione del Fomc, prevista per il 28-29 ottobre, che secondo la maggior parte degli analisti dovrebbe rappresentare il vero e proprio momento di svolta della politica monetaria a stelle e strisce. Si prevede infatti la fine del piano di acquisto di bond e di titoli, e la messa in essere dei piani concreti per poter favorire la ripresa dei tassi di interesse di riferimento, attualmente ai minimi storici.
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